domenica 16 giugno 2013

Ancien Régime + Thegiornalisti + Diaframma @ Città dell'altra Economia - Roma

15 giugno 2013

Testaccio, sera d'estate (finalmente). Un palco all'aperto: uno stand di birre e un banchetto dei radicali (sic) a fare da cornice. Arrivo presto e trovo posto in prima fila.

Ancien Régime.
Quattro giovanotti vestiti di nero, ciuffi davanti agli occhi, suonano una specie di new wave un po' melodica. Il batterista picchia duro, il bassista-cantante ha la voce profonda che a tratti evoca Ian Curtis, il chitarrista sembra perso in un mondo tutto suo (ma c'è, e si sente), il tastierista è la colonna portante delle melodie. Bravi, niente da dire. A volergli muovere una critica, ecco, forse un po' troppo legati all'ortodossia degli anni ottanta ma chissà, danno la sensazione di poter evolvere: una piacevole scoperta.

Thegiornalisti.
Non sembrano prendersi sul serio il che li rende subito simpatici. La stratocaster rosa con decorazioni dorate del cantante sembra uscita dal sogno di una bambina delle elementari cui piacciono le fate, il batterista ha l'aria da cucciolo sperduto ed è spontaneo domandarsi se abbia raggiunto la maggior'età, i baffetti del chitarrista ricordano a tratti quelli di Freddy Mercury, il bassista si diverte. Poi cominciano a suonare ed è magia: energici, potenti ma senza perdere la poesia e l'ironia. Al terzo/quarto brano (non ricordo) il cantante chiama "Fede" ed ecco, arriva Fiumani a cantare con loro un brano dal sapore punk. E poi ancora il loro bel rock. Sono colpita: sembrano avere un'urgenza espressiva incontenibile. A fine serata comprerò il loro disco: si sono guadagnati la mia attenzione.

Diaframma.
Fiumani è un gigante, un mostro sacro. Cinquantatre anni e non sentirli: ha un'energia pazzesca che ti arriva in faccia come un pugno tirato bene. Apre il concerto con Siberia (colpo al cuore, ma era inevitabile) poi si susseguono capolavori vecchi e nuovi in bella alternanza: Elena, Labbra blu, Fiore non sentirti sola, Io sto con te ma amo un'altra, Verde, Diamante grezzo, I giorni dell'ira, Madre superiora... tanto per citarne qualcuno. Saltella sul palco come avesse trent'anni (anche meno...) suona la chitarra come se ne avesse bisogno per dare un senso al tutto, grida nel microfono e ti fa venire la pelle d'oca. La sua è un'anima punk-elegante e se ne rende conto con un pizzico di ironia ("non come i Litfiba che sono dei tamarri da sempre, fin dai tempi di 17re..." dirà lo stesso Fiumani a un certo punto ridendo). E' commovente rendersi conto che certe cose non possono morire mai.