martedì 16 settembre 2014

Hyaena Reading - Europa [2013]

Terra spoglia, grigia, sabbiosa e morta, le ossa di un animale ormai in decomposizione, grigie anch'esse, al centro; quattro ombre si allungano dal basso verso l'altro protendendosi verso la carcassa: animali che si nutrono del cadavere. Il nome del gruppo e' in alto a sinistra, il titolo dell'album in basso a destra, entrambi poco piu' che accennati.

Play.

Ho lasciato passare fin troppo tempo da quella serata al pigneto, ma mi ci e' voluto un po' per assimilare questo album, non sono neanche sicura di averlo fatto del tutto ma vabbeh. Le impressioni che avevo avuto a marzo sono ben piu' che confermate: e' davvero un gran bel lavoro, intenso, ben suonato, coinvolgente, inquietante esattamente la' dove vuole esserlo.

Riconosco le scelte sonore di quello che avevo a suo tempo soprannominato "il tesista", si sente davvero che e' un ascoltatore dei cuneesi e che da loro ha preso lo stile chitarristico, godo l'impeccabile ritmica dell'altro, "il timido", la colonna portante che da corpo a ogni brano, sento il tappeto sensuale elettronico della fanciulla dagli occhi chiusi e il paroliere da qui non sembra freddo come mi era apparso quella sera, anzi, a tratti mette i brividi.

E' un disco omogeneo e ben strutturato, difficile da descrivere senza rischiare di sembrare ridicoli; si leggono in giro definizioni e accostamenti che sembrano buttati la' tanto per far vedere che si conoscono un sacco di cose: quel che pare a me e' che ci sia della personalita' fortissima dietro la scrittura di musiche e parole presenti in questo album, e che non la si possa davvero incasellare in accostamenti piu' o meno azzardati.
Scariche di elettricita' dissonanti, ritmi a meta' fra il blues e il progressivo (cosa c'e' a meta' strada? mah...), rumori di plastica stropicciata o coltelli che si scontrano in battaglia, parole scelte col cesello e limate in modo da essere affilate come rasoi... e musica perdio!, musica buona e ben suonata.
Questi ragazzi si fanno testimoni cruenti del macello sociale che sta colpendo il vecchio continente in attesa della rivalsa ("Se resisteremo fino all'alba non dimenticheremo: sara' sangue e vendetta") e lo raccontano con le loro chitarre, con le loro grida, con i loro occhi, le loro mani sugli strumenti: i loro trascorsi a fare da collante.
Il tutto e' pervaso da un senso di nausea e allucinazione: anche quando si tratta di parlare di un rapporto amoroso lo fanno con una qualche violenza crudele e perversa, perche' forse non e' di un rapporto amoroso che si sta parlando, non davvero.
Intimi, crudeli ("Caccero' gli uccelli, quelli rimasti"), dolorosamente consapevoli ("perche' noi ci fidiamo, cazzo!"), intesi. Bravi, poco altro da dire.

Non e' un ascolto immediato per chiunque, bisogna dirlo, ma lo consiglio caldamente ad ascoltatori abituati alle dissonanze e/o orecchie raffinate. E consiglio di acquistarlo perche' merita davvero.


Lista delle tracce:

Mouches
Sacrifices
Portus Namnetum
In netta ripresa
Europa
Uccidine uno
Vendetta
Atto d'amore
Preghiera per il mio deserto
Di pietra
Ogni errore
Steam, vapore, vapeur

2 commenti:

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    Risposte
    1. E' il secondo commento che ricevo da questo Anonimo e il primo che pubblico.
      ...che dite?, e' spazzatura o qualcuno che dal BelPaese vuole restare anonimo e mi scrive in un pessimo inglese?

      Sia messo ai voti.

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