venerdì 20 novembre 2015

mercoledì 11 novembre 2015

Escalate! - Other brothers [2015]

Lo sfondo e' per tre quarti di colore rosso acceso e un quarto, quello superiore, nero. In basso due figure, due volti in una foto color seppia: uno e' in giacca e cravatta, ha l'aspetto di un giovane e ricco signore di citta' e guarda in macchina, l'altro e' di profilo, porta gli occhiali, si vede meno ma da l'impressione del fricchettone postmoderno. In alto, sul nero, il nome della band e' scritto in modo che la dimensione delle lettere sia crescente, come se il nome esplodesse, col suo punto esclamativo, verso chi guarda. Il titolo dell'album e' affianco, piccolo. "Other" e' color panna come "Escalate!", "brothers" e' marrone. Tutta l'immagine e' sporca, macchiata, come fosse una brutta foto degli anni sessanta.
Il retro del cd (si', val la pena guardare anche quello) e' per tre quarti rosso in alto col nome del gruppo al centro, sempre con lo stesso effetto esplosivo, mentre in basso si riconosce una musicassetta (sic): i brani sono divisi in un romantico lato A e lato B.

Play.

Un paio di settimane fa (ma forse sono gia' diventate tre) fa ero a passeggio a Kensington Market: andare in citta' (anzi, in Citta') mi riempie sempre di buon umore e le domeniche a piedi di Kensington Market sono una goduria, un'esplosione di vita e di colore.

Si passeggiava, il cielo era incredibilmente azzurro, la temperatura insperatamente mite, l'atmosfera distesa, il buonumore diffuso, quando ecco, piu' o meno all'altezza di Bellevue Square, mi si para davanti agli occhi questo terzetto di musicisti elettronici, basso, batteria, tastiere e sintetizzatori vari: inevitabilmente mi fermo incantata.
Sono proprio bravi, non c'e' che dire: il suono e' elettronico eppure c'e' anche qualcosa di funky, progressivo e jazz, e il tutto e' ben suonato, ben strutturato... insomma, un piacere inatteso nel piacere premeditato.
Non ci e' voluto molto perche' mi accorgessi del banchetto che esponeva i cd in vendita: vorrei gustarmi la fine dello spettacolo e avvicinarmi al banchetto in un secondo momento, magari scambiare due parole con i musicisti, ma il ricordo di esperienze recenti e soprattutto lo scalpitare dei miei compagni di avventure evidentemente poco interessati alla musica "d'avanguardia" (si fermeranno duecento metri piu' avanti a sentire il classico quartetto che fa cover di grandi successi, tutti invariabilmente impostati sul giro di do con il fa-maggiore-nordamericano al posto del re-minore... poi uno si domanda perche' non mi sento a mio agio a Hamilton!) mi fanno accelerare l'acquisto.
Peccato.

Comunque l'ascolto in cuffia, se possibile, non fa che aumentare il mio giudizio positivo: qui si sente anche una chitarrina leggera, suonata come si deve, che accompagna il ritmo senza farsi troppo notare ma la cui presenza da spessore e corpo all'insieme. Chissa' come mai quel giorno non c'era.
I brani scivolano morbidi uno dietro l'altro senza soluzione di continuita', il ritmo e' coinvolgente senza ossessione, i giri di basso avvolgono dolcemente l'ascoltatore, in modo appena percettibile, finche' non ne rimane impigliato e avvinto.

A suonare sono due coppie di fratelli, due Kern e due Drygas, mentre in copertina ci sono un terzo Kern e un terzo Drygas: altri fratelli, per l'appunto. Buffo.

E la loro e' una danza ipnotica, intellettualoide-snob quel tanto che basta da coinvolgermi (che posso farci?, sono un'intellettuale-snob, lo ammetto senza vergogna) ma senza esserlo al punto di annoiarmi.
E i due "beeeep" di sei secondi, uno all'inizio e uno a meta', a significare il cambio del lato della cassetta, mi fanno ridere tutte le volte.

Solo la citta' (anzi, la Citta') poteva dare i natali a un suono e un arrangiamento cosi' raffinati: in provincia, come in Boemia, tutto e' immobile.
Chissa', forse il mio non e' un problema col nordamerica, infondo sarei alienata anche a Ladispoli (con tutto l'affetto eh?), verosimilmente anche li' mi sentirei completamente fuori luogo.
Ma intanto sono qui ed e' qui che si deve ballare: magari andando a Toronto piu' spesso.


Lista delle tracce:

*SIDE A
Beeeep
'Sup, sun?
Beat is murder
Aquatic
Other brothers
Where there's vans, there's guns
Alpha beta kappa donna

*SIDE B
Beeeep too
The fourth floor
Blood, sweat and Tom Jones
Calypso
Ampersand
Hiphopany

domenica 1 novembre 2015

Scisma - Mr. Newman [2015]

Una specie di carta da parati brutta, bluastra, puntellata a formare spirali dai bordi rettangolari; e' squarciata in diagonale dall'angolo in alto a destra verso quello in basso a sinistra, e lo squarcio copre gran parte dell'immagine. Dentro lo squarcio una figura umanoide disegnata ad acquarello, una mano, il braccio, uno strano vestito azzurrognolo da bambino o da pupazzo: la testa e' una enorme macchia rosa con altre macchie dentro di colore piu' scuro: la si puo' guardare per ore ma non sembrera' mai una faccia. Il nome della band e il titolo dell'album sono appena sopra quella specie di testa: il primo e' scritto a caratteri bianchi e il secondo, una riga sotto ma traslato sulla destra, neri.

Play.

Insomma siamo alla ri-unione degli Scisma.
Dati i precedenti (qui i miei scritti a riguardo qualora dovessero interessare) nel mettermi all'ascolto di qualcosa scritto da Benvegnu' so che mi arriveranno una serie di colpi ben assestati la' dove fa piu' male: che sia perche' cio' che scrive e' universale o e' semplicemente vero che siamo in risonanza poco importa.

Scarto l'oggetto che ha percorso quasi seimila e cinquecento chilometri (arriva da Zurigo, vai a sapere il perche') e attraversato un oceano, e mi domando quale sia il senso di quest'operazione.
Intendiamoci.
Le ri-unioni sono spesso solo un modo per raccattare del denaro quando non si hanno piu' idee: si fanno un po' di concerti in giro per la gioia dei vecchi fan sentimentali e via.
Ma conoscendo gli Scisma e Benvegnu' non puo' essere questo il caso, non posso crederlo.
Benvegnu' ai miei occhi e' un instancabile cercatore di verita', uno che non torna sui suoi passi solo perche' e' la cosa piu' facile da fare, uno che se suona qualcosa e' perche' la sente nelle viscere: c'e' chi grida al genio ma io sento piuttosto di dover usare la parola "nudo", se si capisce cosa voglio dire. Inoltre, con tutta l'ammirazione che ho sempre avuto per gli Scisma, erano una band di nicchia anche allora, troppo difficili per l'utente medio, e dubito che la loro riunione abbia smosso folle oceaniche: da quaggiu' non posso dirlo con certezza ma ecco, non credo di sbagliare... e allora perche'?, cos'e' quest'album?
Qui pero' si apre un'altra domanda: perche' si erano sciolti?

Con questi pensieri mi metto all'ascolto.

Al primo giro sento subito le enormi differenze con gli Scisma degli anni novanta; tanto per cominciare la musica assomiglia molto a quella dei (plurale!) Paolo Benvegnu', segno che Franchi, Ridolfo Gagliano e Baldini hanno avuto un chiaro impatto sullo stile compositivo del Nostro. Inoltre noto che in tutti i brani la voce principale e' quella dello stesso Benvegnu', diversamente da quanto accadeva prima, quando l'incredibile voce vellutata e sorridente, da eterna bambina, di Sara Mazo la faceva da padrone. Per finire, dettaglio non da poco, la voce di Benvegnu' canta con gioia.

E' solo il primo giro e di solito al primo giro non capisco niente, mi lascio solo trasportare dalla musica, eppure questa volta arrivo a traccia sei, l'ultima traccia dell'EP, ed ecco la prima mazzata, forte, sulle gengive: due voci al telefono che parlano, non dicono niente eppure si capisce tutto.
Cosi', senza neanche una pausa di riflessione, schiaccio di nuovo il tasto play e questo e' quello che sento.

Mr. Newman ha camminato per quasi quindici anni alla ricerca di se' stesso, dopo aver ferito ed essersi ferito. E' inciampato, ha guardato dentro e fuori, "revisionato chiavi e libri mastri per riconoscersi" (diceva "riconoscersi per creare" all'inizio di questo percorso in solitaria, quando era debole in un mare verticale). Mr. Newman ha colpito ed e' stato colpito. Poi, inaspettatamente, ha ritrovato il suo Amore, la musa che aveva abbandonato per troppo Amore, e le chiede di ballare ancora una volta, "senza capire niente", per ritrovare la sua umanita', per diventare appunto un uomo nuovo.
E la guarda ammirato, e l'ama di nuovo, e lascia che le loro voci bellissime si amalgamino come facevano un tempo, e inventa suoni per lei, musica nuova, "un mondo che non finisce mai".
Ha sentito la mancanza di lei come lei ha sentito la mancanza di lui; impossibile dimenticare l'uno lo sguardo dell'altra, incredibile sentirsi perdonati per aver amato "in ritardo" ma e' cosi': l'amore, quello vero, non tiene conto del male ricevuto.
E si puo' suonare musica semplice solo per il gusto di essere di nuovo insieme ("elementare ar cazzo!" dice con ammirazione il mio cuore romano mentre gusto le loro deliziose divagazioni armoniche). Ed hanno ragione a dire che io, ascoltatrice, conosco solo una parte di loro, della loro vita, della loro essenza: di fatto conosco solo cio' che loro vogliono farmi vedere, eppure ho la sensazione di capire cosa mi stanno dicendo.
E' una danza incredibile, bellissima, che non puo' finire, "l'orizzonte e' la meta" anche se fa paura, anche se e' un "salto nel vuoto".
Ma il dato incontestabile e' la gioia di potersi dire a vicenda che "se tutto e' vero e' bellissimo", e che incredibile apertura musicale in quel passaggio!
E appunto parlano al telefono;  lei perplessa dice "non capisco dove vuoi arrivare" ma ride felice: si sono ritrovati. Lui sospira e imbarazzato fa discorsi contorti a proposito dell'alligalli (sic!). E poi lei lo dice "io quindici anni fa non avrei mai immaginato che dopo quindici anni ci saremmo ri-incontrati...".
Ecco qua.

E non sono sicura che "lei" sia effettivamente Sara Mazo o se non siano piuttosto tutti quanti: Sara, Giorgia, Michela, Giovanni e anche il nuovo arrivato Beppe. Ovvero potrebbe benissimo valere l'equazione

lei : Mr. Newman = Scisma : Benvegnu'.

Come s'e' detto conosco solo parte di loro e non voglio azzardare riflessioni che entrino nella loro sfera personale: ho le mie idee ovviamente, ma sono solo mie, permeate della mia storia e non necessariamente applicabili alla loro.
In ogni caso questo e' cio' di cui (mi!) parla Mr. Newman.

E cosi', in un attimo, tutto il senso dello scioglimento e della ri-unione degli Scisma mi si chiarisce. All'epoca non sono stati in grado di gestire il troppo amore, non erano pronti, Benvegnu' non era pronto, non era il tempo. Ora, dopo quindici anni, si puo' sperare di riuscire ad amarsi senza opprimersi.

Quanto a me non credo di essere ancora pronta per mettere da parte questo EP e passare ad altro, non sono sicura lo saro' a breve.
La musica e' calda, avvolgente e ispirata: certa gente non e' proprio capace di scrivere musica brutta!, i movimenti di ogni nota esprimono lo stupore e la gioia di essere di nuovo insieme.

Conseguenze della ri-unione?, vedremo, suppongo.
Per ora ci godiamo questo EP.

E capisco anche che non poteva che essere un EP, un incontro breve tanto per assaggiarsi di nuovo, per amarsi di nuovo, per capire dove si sta andando.
Solo un EP.
Ma intanto godiamocelo.


Lista delle tracce:

Mr. Newman
Neve e resina
Darling, darling!
Musica elementare
Metafisici
Stelle, stelle, stelle